martedì 23 giugno 2009

Pantaleone, Peter e mio padre

Se mio padre ha passato l’ultimo anno con Pantaleone, Peter è stato con lui per almeno vent’anni. Chi è Peter? La parola a mio padre: “Certo hai conosciuto Peter von Steinitz. Anche la sua storia personale è assai intrigante! E' nato nel 1940 in Perù, dove il padre, ingegnere elettrotecnico, lavorava per la filiale locale della Telefunken. Richiamato alle armi, il tenente di vascello Kurt von Steinitz della Kriegsmarine era cugino di mia madre. L'ho conosciuto da bambino quando, sostando con il suo U-boot nel porto di Napoli, veniva in visita dai miei genitori. Sarebbe poi affondato in combattimento con il suo battello, mentre la giovane vedova e il figlioletto ancora infante riuscivano a rientrare fortunosamente in Europa a bordo di un mercantile neutrale.

Il giovane Peter - bellissimo come il protagonista del suo romanzo - compie studi di architettura a Braunschweig, ma effettua vari stages all'estero, fra l'altro a Napoli, dove nel '62 si mise in contatto con la tua nonna, ancora vivente, e così ci conoscemmo e facemmo amicizia. Poi ci perdemmo un po' di vista.

Nel 1980 - a quarant'anni d'età, dunque - intraprende gli studi di teologia a Roma, e il 31 maggio del 1984 viene ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II in San Pietro. Dal 1987 al 2008 è parroco della Basilica di St. Pantaleon, una delle più belle e antiche chiese romaniche della Germania. Attualmente assolve una missione pastorale a Muenster”.

Anche Gianfranco ha qualcosa da dire. “Peter von Steinitz? Mi ricordo benissimo quando ci siamo conosciuti a casa dei tuoi genitori. C’era anche la piccola. Dopo un lauto pranzo, non ricordo più come andarono le cose ma si decise che lo avremmo riportato alla sua residenza romana la piccola ed io. Ero un po’ ingessato in macchina mentre guidavo e mi sembrò appropriato mettere una musica di un certo tono. Non avevo fatto i conti con la piccola, che cominciò a lamentarsi e a chiedere un altro ritmo. Come fu, come non fu, finimmo tutti e tre a cantare a squarciagola con i finestrini aperti ‘yellow submarine’”.

Un’ultima mail di mio padre torna a parlare di Pantaleone. “Interessandomi del personaggio di San Pantaleone (o Pantaleo, o - a Venezia - San Pantalon), ho scoperto che è molto venerato in varie zone d'Italia, specie meridionale (è patrono di Ravello, Vallo della Lucania, Limbadi e molte altre città e parrocchie), dove il suo culto fu portato dai Crociati, di ritono dal Medio Oriente. Era quindi proprio opportuna una traduzione in italiano, dopo quella in russo, mentre ora sono in corso quella in inglese, bulgaro e swahili (il santo è venerato anche in Tanzania!). Il libro ‘Pantaleone, il Medico’ è stato testé pubblicato nella prestigiosissima collana "La Memoria Storica" diretta da Fulvio Tessitore per l'Editoriale Scientifica, Via San Biagio dei Librai, 39 - 80138 Napoli, e-mail
es@editorialescientificasrl.it” .

lunedì 22 giugno 2009

Pantaleone e mio padre

“Ti ricordi per caso come si chiama il santo di mio padre?” “Renato?” Gianfranco mi risponde interrogativo. In fondo pensa che la mia famiglia ed io siamo degli originali. “Ma no, non il santo del suo nome, il santo del libro che ha tradotto”. “Allora è Pantaleone. Il titolo del libro è ‘Pantaleone, il medico’”. Ora è bene chiarire che mio padre non è un mistico, non sta rileggendo la sua vita con la lente della fede, ma ha passato l’ultimo periodo soprattutto in compagnia di Pantaleone.

E così, per esempio, quando lo scorso anno chiesi a lui e a mia madre di venire a darmi una mano a Bruxelles, la risposta fu: “Si può fare, ma non posso lasciare Pantaleone, devo andare avanti nella traduzione”. E arrivarono armi, bagagli e traduzione in corso. È dell’inizio di giugno una mail stringata, che dà il peso della cosa: “Ricevo in questo momento, con enorme emozione, ‘Pantaleone, il Medico’. E' bellissimo!” il giorno dopo, visto che evidentemente non avevo reagito, a margine di un messaggio trovo il post scriptum: “Non mi hai espresso giubilo per l'uscita del libro su San Pantaleone: forse vuoi prima vederlo?” A questo punto, dopo averlo visto, non posso non mettere a disposizione di Pantaleone questo spazio.

Lascio la parola a mio padre Renato Ferraro di Silvi e Castiglione. “E' apparsa, dopo oltre un anno di lavoro intensissimo, la mia traduzione dal tedesco del libro di nostro cugino Peter von Steinitz su San Pantaleone, l'eponimo della basilica dov'egli è stato parroco per oltre vent'anni. Devo dire che il volume è bellissimo, mi sembra che l'editore ne abbia curato con vero amore la veste tipografica, il testo è intrigante e scorrevolissimo. Si tratta della storia romanzata di un giovane e bellissimo medico cristiano martirizzato sotto Galerio nel 305 a Nicomedia, allora capitale dell'Impero Romano d'Oriente. Partendo da consolidate narrazioni tralaticie presenti sia nella Chiesa Romana sia in quelle orientali (sia cattoliche sia ortodosse), intessute con vicende dichiaratamente di fantasia il libro - che certamente si ascrive nella categoria dei romanzi storici, ma che è insieme un romanzo di formazione e un percorso filosofico-teologico - ricostruisce la vita e la morte del giovane Martire, la sua formazione scientifica, la sua pratica professionale sanitaria sulle orme del padre, le tenerezze e le sfide dell'adolescenza e di una giovinezza che sente fortemente l'amicizia, pratica intensamente lo sport e non disdegna affatto l'amore (la vicenda è anzi soffusa da un delicatissimo erotismo), il cammino non facile e spesso frenato da perplessità ed esitazioni verso la conversione al cristianesimo. A volte incisivamente realistica, a volte caratterizzata di una coloritura che ricorda certo ‘realismo magico’ tipico della letteratura latino-americana, la narrazione non scivola mai nell'edificante stucchevole o nel teoretico astruso”.

Aver passato più di un anno insieme ha lasciato un segno. E mio padre continua: “Particolarmente suggestivo è l'affresco vivace dell'epoca in cui la vicenda è collocata: Nicomedia - l'odierna Izmit in Turchia - è stata da poco prescelta a sua capitale da Diocleziano, ed egli vuol renderla degna di tale qualifica: il tumultuoso sviluppo urbanistico si accompagna alla creazione di un'aristocrazia imperiale in cui confluiscono notabili locali e militari e funzionari, con consorti e famiglie, "immigrati" al seguito o richiamati dall'augusto da varie parti dell'Impero: molti sono i personaggi scolpiti a tutto tondo e le scene a colori vivacissimi.

La vita e la morte del Martire hanno commosso e commuovono uomini e donne di tutte le epoche e suggerito notevoli interpretazioni artistiche: si rammentino, soprattutto, le icone delle Chiese orientali: penso, in particolare, alla stupenda collezione della cattedrale di Aleksandr Nevskij di Sofia, che come sai ho avuto occasione di visitare proprio da poco”. Per chi cercasse il libro: Peter von Steinitz, ‘Pantaleone, il Medico’ – collana La Memoria Storica – Editoriale Scientifica, Via San Biagio dei Librai, 39 – 80138 Napoli, e-mail
es@editorialescientificasrl.it .

venerdì 5 giugno 2009

Olivia, ovvero dell’imperscrutabilità dell’amore.

“Dai, regalami una storia. Se tu dovessi raccontarmi qualcosa, di che parleresti?” Sera, guardo Olivia che è seduta di fronte a me. "Penso ti direi di mia madre, perché in fondo la sento anche un po' mia figlia". Si ferma. Io dico qualche scemenza per darle il tempo di fare il punto con se stessa. Ci ripensa: "No, guarda ti racconterei dei miei nonni. Ho pensato per tanto tempo che non si amassero, che stessero insieme perché così doveva essere. Erano gente molto semplice. Un matrimonio combinato. Credo ci fosse di mezzo una storia di terra. In fondo erano contadini. Poi mi sono capitati per le mani i diari di mia nonna. Per anni ha raccontato pezzi delle sue giornate e soprattutto ha parlato di mio nonno. Scriveva soprattutto di lui, che non voleva smettere di fumare, che la lasciava troppo spesso sola. Ora io dico: 'se tu questo lo hai sposato perché ti è toccato non è che poi scrivi sempre di lui, oppure non è che ti lamenti se non c'è'. Ti pare?"

Non posso che essere d'accordo. "Hai ragione. E invece tuo nonno?" Olivia ha gli occhi brillanti. "Beh, la prova del nove da parte sua non c'è, però ci sono fatti che mi permettono letture complesse. Per esempio quando i miei genitori si sono lasciati - e ti assicuro che non è stato facile per nessuno - mio nonno ha scritto bellissime lettere a mia madre. Stiamo parlando della moglie di suo figlio. Sarebbe stato molto più facile e scontato che lui rompesse con lei. Più ovvio che magari non volesse nemmeno vederla e non le rivolgesse la parola. E invece mio nonno le scriveva". Guardo Olivia, che ha gli occhi sempre più liquidi. "Bella storia. Un grande amore camuffato da matrimonio combinato e un uomo pronto a confortare invece di combattere. Come dire l'imperscrutabilità dell'amore. Gianfranco dice che le storie della propria famiglia contano nel definire il proprio destino. Se è così la storia dei tuoi nonni non può che influire positivamente sulla tua strada".

Ho finito ora di leggere "Le ragazze di Riad" di Alsanea Rajaa, che poi diciamocelo è un piccolo manuale sull'imperscrutabilità dell'amore. A un'altra latitudine, ritmi, consuetudini. Ma non è altro che questo.