domenica 26 gennaio 2014

Parlare di vecchie immagini via mail


Chiacchierare di vecchie foto via mail è un po’ come Leggere Lolita a Teheran. C’è una carica rivoluzionaria nel ridare vita a carte abbandonate, trasformandole in nuovi spunti di scambi sul web. Avevo cominciato a scannerizzare vecchie foto, poi ho scoperto che uno scatto con uno smartphone di ultima generazione dava risultati migliori. Infine mio padre ha fatto riprodurre da uno studio specializzato alcune immagini che gli erano state chieste da una rivista di vela. Soprattutto di Zizià, la mitica barca a vela di mio nonno Guido Ferraro. Era stato il regalo ricevuto per la laurea da sua zia Cleonice, il cui soprannome era appunto Zizià. Tra scanner, smartphone e specialisti abbiamo cominciato a far girare tra noi vecchie foto. Ne è nato uno scambio divertente. Anche con la partecipazione di Giupel.

 
Ancora i miei bisnonni e la zia Maria
Riparto dai nonni di mio padre, Luigi e Matilde, in questa foto con la figlia Maria. Giupel chiarisce che: “La foto è stata scattata nella tenuta della Starza; nella zona alta a Fossati, ovvero terrazzamenti”.

Luigi Ferraro, Matilde Caterini e la figlia Maria Ferraro

Ma avere immagini vecchie in formato moderno consente cose davvero impensabili. Ecco per esempio il focus dei volti.
 
Luigi Ferraro
Il mio bisnonno Luigi ha un'aria intelligente e sorniona. Sorride sotto i baffi e gli occhi ridono.

Matilde Caterini
Matilde è molto tenera mentre tiene sulle gambe la figlia. Ha nel fondo un'aria triste e malinconica. Almeno questa è la mia impressione. Per mio padre invece è serena.
 
Maria Ferraro
 
Maria è proprio carina vestita di bianco. Per noi era zia Mimme, me la ricordo anziana e piccola piccola. Le piaceva far divertire noi bambini con un gioco davanti allo specchio. Non ricordo bene come funzionasse, dava l'idea che muovendo una gamba se ne muovessero due restando sostanzialmente sospesi. Hanno tutti un'aria sobria. L’impressione è di un sereno momento in campagna.

Il colono patriarca
 
Antonio Monaco

 
Mio padre crede sia zi' 'Ntonio, patriarca dei coloni Monaco. Anche qui Giupel chiarisce che si tratta di una “foto scattata nella zona bassa della villa alla Starza, nelle vicinanze del confine con la provinciale via Miliscola”. Conferma che è proprio lui. E aggiunge: “Nella mano destra Antonio Monaco, gran fumatore, stringe una pipa di terracotta che spesso perdeva o buttava nel giradino che coltivava. Conservo vari resti di queste pipe trovate da mio padre in questo fondo agli inizi degli anni ’30 quando i coloni erano ancora i Monaco”.
 
A mio padre tornano alla mente vecchie storie. “Una volta Zi' 'Ntonio, che aveva un appuntamento importante non so con chi, pregò mio padre, giovanotto burlone, di raderlo per bene (a zizza 'e pacchiana!): però il barbiere di occasione gli rase solo mezza faccia, e si rifiutava di andare avanti. Completò il lavoro solo quando vide quasi disperato il povero vecchio burlato!”
 
Sul carretto

Guido Ferraro sul carretto con gruppo di varie persone

Io non riconosco nessuno. Posso solo immaginare che il signore seduto vicino al carrettiere sia mio nonno Guido, che peraltro non ho conosciuto. Passo dunque la palla a mio padre. “Raffigura un carretto agricolo, con un gruppo di persone a bordo, tra le quali riconosco solo mio padre, però non più giovanissimo. Non so se riguardino ancora l’epoca della Starza. Però sicuramente è ripresa a Pozzuoli, perché mio padre finché ha esercitato la sua professione di avvocato aveva la sua clientela soprattutto a Pozzuoli”. Naturalmente Giupel riesce a sorprenderci. Risponde a stretto giro di mail: “La foto è stata scattata in località ‘Toiano’ di Pozzuoli; esattamente dove terminava la Tangenziale di Napoli in prossimità dell’attuale complesso turistico ‘Damiani’. Sullo sfondo si nota il gruppo del Gauro, che a sinistra sale verso il Monte S. Angelo ed a destra verso il Monte Barbano. Probabilmente sono i coloni dell’altro fondo agricolo che la famiglia Ferraro possedeva in località La Schiana”.

Mio padre non si fa attendere: “So che mio nonno aveva un'altra proprietà proprio di fronte alla collina di Cuma, che vendé ai coloni Pisano detti "Nasachiatta", con l'obbligo di portare notevoli prestazioni vita natural durante ai suoi figli. Ricordo benissimo l'arrivo di queste prestazioni a casa di mio padre, a Napoli, nella casa avita di Salita Stella 27. Da ragazzo sono stato varie volte in gita sul Gauro con mio Padre: sul Sant'Angelo viveva ancora un vecchio eremita reduce della battaglia di Adua! Il quale attendeva ancora una pensione...”

Giupel prende la palla al balzo: “Il Monte S. Angelo fu spesso meta delle mie attività giovanili con i boy scout di Pozzuoli. In quelle occasioni conobbi l'eremita che con orgoglio mostrava una lunga sciabola militare. Non ricordavo che fosse reduce di Adua”.

 
Sarà Lenin?
 
Guido Ferraro in piedi, Immacolata Ferraro, per noi nipoti zia Babà, con cappotto e cappello neri
 
Su questa foto ferve il dibattito su due questioni: chi sia la bella dama con veletta accanto al nonno Guido e soprattutto se il passeggero dietro possa essere Lenin. Lascio la parola a mio padre: “Rappresenta una gita in auto all’Arco Felice, forse nel 1906. Si riconosce mio padre, la sua sorella minore Immacolata e forse, semicoperta da questa, l’amica di famiglia baronessina Anna di Donato. La coppia sul sedile posteriore non so chi sia, solo devo dire che è impressionante la somiglianza dell’uomo con …Lenin!”

 
 

Giupel anche in questa occasione ha risposte esaurienti: “Avevo notato la somiglianza, dovuta al copricapo, con Lenin. Questo personaggio è stato a Napoli ed a Capri nell’anno 1907, ma allora non indossava questo tipo di berretto, poi nel 1906/07 non aveva occhiali”. Ma metti che la foto è del 1907 e che il nonno Guido e la zia Babà andassero in gita con Lenin…
 
 
 Guido Ferraro, il padre di mio padre
  
 
Il nonno non avrà ancora trent’anni nella foto. È fascinoso e simpatico. Tutto torna rispetto a storie di signorine perdutamente innamorate.

 
 

La dama con veletta resta un mistero. Bella e fascinosa sembra non sia Anna di Donato, amica di famiglia costante presenza di casa Ferraro.
 
 
Merenda in acqua

Guido Ferraro primo da sinistra
 
Il primo da sinistra è il nonno Guido, lo chiarisce il mio genitore. Le sue parole sono semplici: “Mio padre mi diceva che siccome era solito fare lunghissime nuotate, tra l’altro partendo da Pozzuoli andava a Nisida e tornava, aveva preso l’abitudine di mangiare nuotando!”
Anche in questo caso Giupel riesce a stupirci. “Il mio carissimo amico Gennaro Gaudino – ci scrive - storico e scrittore di argomenti sportivi e cultore delle gloriosa 'Puteolana', in un suo libro riferisce che nel 1903 il Circolo Sportivo Club Virtus di Pozzuoli organizza una gara di nuoto (direttamente nell'incantevole baia di Pozzuoli) sul percorso di 1250 metri. Giungono primi, col tempo di minuti 32 e secondi 17, i fratelli Guido e Mario Ferraro, terzo Ascione in 37 e 5. Ho motivo di ritenere che i due fratelli Ferraro siano suo nonno ed il di lui fratello Mario di cui ho poche notizie tra cui la nascita nel 28 novembre 1885” . La conferma arriva presto: “Mio padre era molto orgoglioso di questa sua vittoria e in genere della sua resistenza nel nuoto! Di zio Mario non so come nuotatore, ma alla Nunziatella, in Accademia (allora per l'Artiglieria era a Torino) e nei suoi giovani anni da ufficiale era un grande schermidore e cavaliere”.
Al mare nell’agosto del 1907
Guido Ferraro appoggiato alla sua barca Zizià
 
Mio padre è chiaro: “sempre la Zizià. Non si ravvisano bene i gitanti, ma mio padre potrebbe essere quello con i piedi nell’acqua. La baietta è sicuramente sulla costa tra Pozzuoli e Baia”.

 
 
Dall’immagine scattata con il mio portatile emerge chiara l’indicazione “Bacoli ‘07”. Giupel conferma: “La foto è stata scattata a Bacoli ed esattamente all’ingresso della baia di Miseno”.
 

 
 
Dietro è scritto chiaramente: “Ricordo della famosa gita al mare degli scuncigli”, la firma Peppino e l’indicazione dell’invio a Guido Ferraro. Mio padre non ha notizie, ma trova molto sintomatico che l’indirizzo fosse semplicemente "Avv. Guido Ferraro - Pozzuoli". Senza nessun’altra indicazione.


Ancora gite in barca


 
Lascio la parola a mio padre per identificare i partecipanti di una serie di gite d'altri tempi. "A bordo della Zizià mio padre e le sorelle Maria, in primo piano, e Immacolata, vicino a Guido. L'altra signorina non la riconosco. Strano il particolare dei piedi di un uomo, evidentemente "a riva" (escluderei che sia stato impiccato)".
 

 

"Sempre la Zizià, con mio padre al timone: non riconosco i passeggeri".
 

 
Mio nonno fascinoso e proprio irresistibile

 

Sempre la Zizià. Mio padre riconosce da sinistra: “Guido al timone, sua sorella Immacolata, ottima marinara, l’altra sorella Maria, poi una signora che non riconosco. A prora direi un marinaio che mio padre usava portare con sé”. Giupel non perde la battuta: “Bellissima foto scattata nello specchio d’acqua antistante la zona della Starza. All’estrema destra si nota la Villa alla Starza dei Ferraro, attuale Villa Maria. Naturalmente nella foto ha un solo piano oltre quello di terra”.

Sembra Oriente, invece è Torre del Greco



Le parole sono sempre di mio padre: "Ricordo di una gita a Torre del Greco nel 1906, “in convoglio” con la barca dei Basso, altri villeggianti (con barca propria) a Pazzuoli. Questa famiglia, formata da genitori e una figlia, fu distrutta da un bombardamento aereo durante la seconda guerra mondiale nella loro casa di Napoli, se ricordo bene presso la chiesa dell’Avvocata". Per me l'immagine ha un'aria di Oriente...

A vela in solitaria

 
Guido Ferraro sulla sua barca Zizià

Lascio subito la parola a mio padre: “è la barca Zizià, regalata a Guido Ferraro nel 1904 in occasione della sua laurea. Al timone mio padre. La barca aveva questo strano nome dal soprannome della zia Cleonice, che l’aveva regalata. Con questa barca mio padre mi raccontava di aver compiuto mirabolanti avventure appunto agli inizi del XX secolo, ed era una delle pochissime unità da diporto padronali del golfo. La barca inalbera un guidone con lo stemma di famiglia”. Giupel non si fa attendere: “Foto molto interessante, anche perché una delle poche che riprendano la vecchia gru Armstrong dal lato mare. All’epoca una delle cinque più grandi del mondo. Belle le vele spiegate viste da poppa”.


 
 
"Ancora la Zizià, con mio padre da solo a bordo: si noti l'armatura con due vele latine, maestra e mezzanella, oggi credo totalmente abbandonate. Sulla destra credo di riconoscere il Monte Nuovo".


Gruppo di famiglia in campagna

 

"Rappresenta mio nonno Luigi, con la paglietta, al suo fianco la moglie Matilde caterini, seduto a terra mio padre Guido. Le ragazze sono le sorelle Immacolata e, dietro di lei, credo Valentina e Maria, ma non le distinguo bene".

Tre romantiche ragazze

Immacolata, Valentina e Maria Ferraro
 
Non resisto alla tentazione di ingrandire l'immagine e di riprendere le tre ragazze.
 
 
Quel gran figo del nonno Guido
Non sarà molto rispettoso per un nonno che oggi avrebbe 134 anni, ma non vedo perché mentire. È chiaro che si tratta di un gran figo. La prova in queste quattro immagini tra i 20 e gli scarsi 40 anni.


 

 

 

 
 
 
 


 

domenica 19 gennaio 2014

Appare Giupel

 “Buongiorno Signora. Spero di non importunarla e spero che sia lei la persona di cui sono in cerca. Mi chiamo Giuseppe Peluso e sono un comproprietario di Villa Maria alla Starza”. La mail mi arriva assolutamente inaspettata. Sarebbe potuta essere una delle tante che non lasciano traccia invece ha dato inizio ad una ricca corrispondenza.

Villa Maria alla Starza dal blog di Giupel
 
Peluso va avanti: “Questa è l’attuale denominazione dell’ex villino che suo Padre definisce ‘il casino di delizie’ che la Famiglia Ferraro possedeva a Pozzuoli. Dallo scorso anno cerco, senza riuscirci, di mettermi in contatto con lei tramite il suo blog. Qui vedrà anche un mio commento. Inizialmente la cercavo per richiederle l’autorizzazione ad utilizzare parte dei suoi “racconti” in alcuni articoletti che pubblico sul quindicinale “Pozzuoli Magazine” e che poi inserisco sul mio blog. Possiedo l’intera documentazione del villino alla Starza, dalla metà del settecento ad oggi, e con essa molti documenti relativi a Francesco (di Paola) Ferraro, i suoi figli tra cui Luigi Ferraro, ed i suoi nipoti tra cui Maria ed Immacolata Ferraro. Gradirei sviluppare le mie conoscenze su alcuni suoi antenati che abbiano avuto rapporti con la proprietà di Pozzuoli; pertanto le sarei grato se potesse mettermi in contatto con il suo gentilissimo genitore.  Nel contempo potrei fornirgli alcune notizie che probabilmente ignora, sempre che siano di suo interesse. Sarebbe gradito un suo gentile riscontro e, chiedendole nuovamente scusa per l’ardire, le porgo i miei più cordiali saluti”.
 
 
 

Insomma, con questa mail alla fine di maggio dello scorso anno appare sulla mia posta di lavoro Giupel, nome in mail di Giuseppe Peluso. Non mi ero accorta del suo commento sul blog, ma Giupel non aveva mollato, aveva continuato le ricerche fino a raggiungermi in ufficio via Internet. Giuseppe Peluso tra l’altro scrive e cura tre blog: I Campi Flegrei su…”Pozzuoli Magazine”, Caporal Maggiore Carmine Peluso, dedicato al padre, e Pozzuoli… come eravamo.
 

 
 
Da allora Giupel, storico per passione con innato talento per le immagini, è diventato un nostro corrispondente costante. Sì perché Giupel sa tutto della nostra famiglia nei tempi che furono. Anche cose che ignoriamo. Ha tirato fuori testamenti dimenticati e chiarito luoghi di immagini di quasi cento anni. Giupel è un culture della storia, delle foto e della famiglia. Anche della mia.  







domenica 12 gennaio 2014

Luigi Ferraro, nonno di mio padre


Anche del bisnonno Luigi, marito di Matilde Caterini, padre del nonno Guido potrei mettere insieme poche notizie. Il nonno Guido era dell'1880, Luigi sarà stato del 1850. L'abito è formale, ma la giacca è tagliata in maniera strana. non guarda in macchina, ma penso fosse un artificio del fotografo per dare un senso artistico all'immagine. Anche a me, quando ancora si andava dal fotografo per le foto tessera, è capitato di incontrare chi chiedeva di mettere il viso di trequarti per dare movimento all'immagine. e valorizzare il profilo migliore.


Luigi Ferraro

Mio padre mi manda poche notizie essenziali. “Mio nonno, Maria Antimo Luigi noto Luigi, credo che sia stato il più brillante dei tre fratelli: era avvocato della Santa Sede, vicesindaco di Napoli e membro della Società Cattolica per gl'interessi di Napoli. allora ai Cattolici era vietata la vita politica se non a livello locale. Credo che sia morto nel '13, ma tuo fratello Guido può inviarti l'albero genealogico aggiornato anche con le date di nascite, matrimoni e morti che è stato possibile finora ricavare”.

Matilde Caterini, nonna di mio padre


Della madre del padre di mio padre, Matilde Caterini, sinceramente non ricordo una notizia. Nella foto avrà anche lei più di 60 anni. Ha un'aria serena e matronale. E uno sguardo dritto e diretto.

Matilde Caterini

Chiedo aiuto a mio padre. “La nonna Matilde Caterini non l'ho conosciuta, l'hanno solo i miei fratelli, ma erano piccolissimi. Aveva avuto otto figli, dei quali due (Fulvia e Gastone) morti infanti, uno mi pare di scarlattina. Doveva essere una donna di carattere molto forte come tutt'i Caterini, tra cui la sorella Cleonice, sposata a Eugenio Ferraro, che nella Prima Guerra Mondiale perse tre figli, ed uno fu ferito ed uno fu preso prigioniero. La sorella più grande sposò il padre di Enrico, Luigi ed Eugenio, Francesco di Paola detto Ciccio (che comprò il palazzo della Stella), quando questi rimase vedovo. Di questa sorella più grande ricordo solo il nomignolo, Zizià, che fu anche il nome della barca di mio padre che lei gli aveva regalata”.


sabato 4 gennaio 2014

Luise Rudolfine Wueste, la madre della madre di mio padre


Parto dalla bisnonna Rudolfine, la madre della madre di mio padre. La foto di Rudolfine penso che sia stata regalata a sua figlia Hilda e al marito Guido in occasione del loro matrimonio. Almeno così credo di capire dalla dedica. Deve quindi essere del '25. Mando una rapida mail a mio padre: “Se non ricordo male mi deve essere stato detto - ovviamente non so quando, ne' dove e nemmeno da chi - che era nata cent'anni prima di me. Doveva essere del 1860 o 1861. Nella foto doveva avere circa 65 anni.  Il viso è fresco e senza una ruga, mentre i capelli sono candidi. È strano perché il sorriso è forzato, ma gli occhi ridono in maniera spontanea. Doveva essere un buon momento. Le tragedie della grande guerra dovevano essere ormai alle spalle e ancora non si vedevano all'orizzonte quelle che sarebbero venture. Mi piacciono il suo sguardo chiaro e le sue magnifiche onde piatte. È vestita in maniera sobria ma sontuosa”.
Luise Rudolfine Wueste
 


Mio padre non si fa attendere. “Consultato l'Ahnenpass di cui ti darò copia, posso precisare che mia nonna (Luise) Rudolfine Wueste era nata all'Aja il 12.2.1861, che sposò Friedrich Johann Carl il 9.11.1879 a Baden bei Wien, e morì a Baden il 30.1.1930. Il nonno Friedrich era nato il 29.12.1849 a Vienna, e morì a Baden il 10.3.1919.
 
La nonna Rudolfine purtroppo fu sofferente di cuore per tutta la vita, tanto che morì "di subito" mentre passeggiava per Baden. Mia madre usava dire che questa era stato il solo grande dolore in quasi vent'anni d'intensa felicità familiare, fino alle tragedie dei miei fratelli nel '44, ed anche di mio padre con il suo parkinsonismo. Credo che questa malattia di cuore fu il motivo principale per il quale il marito Friedrich lasciò presto la KuK Marine, mentre il fratello Karl rimase in Cavalleria fino a diventare Generale (C'è una sua bella foto in alta montura nel mio studio). Poi mio zio Fritz e suo figlio Fritzl (fratello di Evi e Gucki e padre di Michi) furono tutt'e due in Cavalleria, il primo di complemento durante la Prima Guerra Mondiale, il secondo di carriera, decorato della Croce di Ferro di Prima Classe personalmente da Hitler durante la difesa di Berlino. Poi, dopo lo scatafascio, studiò giurisprudenza (me lo ricordo sotto esami quando ero loro ospite nel '52) e in seguito divenne assicuratore, credo con molto successo finanziario.
 
Tutt'e due le famiglie si allocarono a Baden, mio nonno Friedrich alla Christallniggasse e Karl alla Franzenstrasse, e la discendenza di quest'ultimo (Zio Carletto, Hofrat=Consigliere aulico=Prefetto come Zio Fritz, e le sorelle di cui ora non ricordo il nome), erano sempre indicati come i "cugini della Franzenstrasse". Della mia generazione ricordo i figli di Zio Carletto (ma ho conosciuto anche costui quando andai a Baden nel '52): Hans, che durante la guerra fece servizio come soldato tedesco anche a Napoli, e poi rimase gravemente ferito a una spalla; Carrie; e Peter, che venne in viaggio di nozze a Napoli mentre noi stavamo a Madonna dell'Arco. La moglie di Peter era chiamata affettuosamente Floh (Pulce), ed era ammalata di paralisi progressiva: però Peter, che era coetaneo e cuginetto preferito di Gucki, le è premorto (come del resto i suoi fratelli), e lei, nonostante tutto, è tuttora viva e vegeta, l'ho vista al raduno del Primo Agosto del 2010 da Michi alla Christallniggasse. Il figlio (credo unico) fa l'avvocato e c'era anche lui al raduno, con la moglie, una signora molto distinta”.


Album di famiglia

Valigie di foto e scatole di immagini ogni tanto sbucano da armadi poco frequentati. Più che dare un ordine vorrei mettere insieme un album di famiglia disordinato, ma che possa restare agli atti sulla rete. Mi piace soprattutto l’idea che sia pubblico e privato, che possa essere visto da tutti i pezzi di famiglia che sono in giro sulla terra. Ognuno può inserire un commento, se vuole, e può farlo nella propria lingua. Ormai con Google translator e compagni tutti possono sentirsi a casa anche con parole e suoni diversi. Conto sulla partecipazione di mio padre e di mia madre, nel senso che non possono tirarsi indietro e dirmi di no, ma spero nell’intervento di chiunque faccia parte o voglia far parte del circuito.