sabato 1 agosto 2009

Io sto con Google

“Devo dirti che mi sono un po’ emozionata. Ti faccio vedere la cartolina con il timbro US, speditami da Google per darmi il codice segreto". Antonio mi guarda interrogativo: "Il codice segreto di che?" "Beh, se hai un blog può essere che ti offrano di mettere delle inserzioni pubblicitarie calibrate su quello che scrivi. Che so, parli di Mosca e nello spazio dedicato alla pubblicità ci sono offerte per voli o per alberghi in Russia. Può essere che chi legge poi vada sulle offerte pubblicitarie. E il titolare del blog viene ricompensato sulla base dei click sulle inserzioni. Per ricevere i pagamenti per la pubblicità che ho messo sul blog mi hanno quindi mandato dagli Stati Uniti un codice segreto per attivare la procedura. Non pensare che abbia guadagnato chissà che. Sino ad ora ho potenziali entrate per ben 8 euro. E poi mi hanno scritto per propormi anche di fare io stessa pubblicità al mio blog su altri siti, offrendomi prima 100 e poi 50 euro. Ora non ho il tempo per seguire tutto questo, ma la cosa mi è piaciuta. Insomma Google mi fa sentire giovane, parte di un circuito e soprattutto una persona su cui investire. E non mi danno l’idea di essere proprio malvagi. Insomma, io sto con Google”. Antonio mi guarda meravigliato: “Ma scusa quanti contatti hai sul blog?” “Non una cifra stratosferica, ma evidentemente per loro sono interessante. In realtà, penso dipenda dal fatto che poi in rete sono davvero pochi quelli che si mettono a ‘produrre contenuti’, ossia a scrivere due parole intellegibili. In più sono vitale. Magari a volte passa un po’ di tempo prima che scriva qualche altra cosa, ma non abbandono mai del tutto il campo. E loro lo sanno”.

Antonio è a cena da noi. È tanto che non ci vediamo. Ha sempre stani mali e si cura da medici ancora più strani. Ha un po’ di mal di stomaco. “Mi hanno dato il nome di un nuovo dottore cinese da cui devo andare. Non digerisco più, non so cosa fare”. Gianfranco è lapidario: “Elisabetta ci ha rifornito non solo di parmigiana, che eviterei di mangiare nelle tue condizioni se vuoi sopravvivere, ma anche di riso al forno con patate, che invece penso sia l’ideale per te”. Mangiamo in cucina e in un paio d’ore voliamo rapidi su sciagure e fortune dell’ultimo periodo. Vita quotidiana, lavoro, amici, case, paesi. Nelle varie e eventuali è entrato il blog. “Ogni tanto vedo che quelli di Google vengono a dare uno sguardo ad alcune cose specifiche. I misuratori che ho caricato mi dicono che lo fanno da Mountain View, California. Mi diverte vedere le loro tracce, il loro passaggio”. Antonio è pronto a cogliere il lato avventuroso della cosa, ma non si ferma qui: “Insomma nella prossima grande battaglia Microsoft – Google tu sai già per chi stai”. “Beh, sì. E l’accordo tra Microsoft e Yahoo! lo leggo come un segno di debolezza per far fronte comune contro il più nuovo che avanza”.

Ho deciso di andare a fondo in questa scelta di campo, pronta a cambiare idea se qualcosa non dovesse convincermi del tutto. Faccio fatica costituzionalmente a essere di parte. In più devo dire che non mi è del tutto chiara questa storia di Google in Cina, secondo cui sarebbe modellato per rispettare la censura vigente. E un altro paio di dubbi mi ronzano comunque in testa. In ogni caso, sul sito www.misurarelacomunicazione.it sono stata catturata dalla recensione del libro di Randall Stross “Planet Google” (Randall Stross, Planet Google. How One Company is Transforming Our Lives, Simon&Schuster, New York 2008). Alla seconda libreria sono riuscita a trovarlo e mi appresto a metterci dentro il naso. E poiché so che i miei amici di Google dalla California prima o poi arriveranno su queste righe, li saluto molto caramente, pregandoli di fare i bravi.