domenica 2 novembre 2008

Il mestiere di vivere al tempo della crisi finanziaria. Con un minimo di coscienza. E il crollo dell’impero americano.

“Ma tu che dici, che succede?” Ed io: “Sinceramente non lo so. Certo tutti immaginavamo che se il centro dell’impero avesse un colpo lo avrebbe avuto da fuori. Ma il castello di carte che piano piano crolla, no non ci avrebbe mai creduto qualcuno davvero. E invece, visto che la vita ti sorprende sempre, ci tocca pure vedere l’implosione del sistema”. Insomma io tento di volare alto. Ma dall’altra parte questo interessa poco. “Sì, va bene, ma che faccio: compro Bot, tolgo i soldi dalla banca, mi metto a comprare azioni, faccio pronti contro termine, riduco il mutuo? Insomma che succederà?” “Se lo sapessi…ma è davvero difficile fare previsioni. Che cosa fare dipende dalla tua situazione, in genere quando il quadro è molto incerto è bene aspettare e non fare scelte azzardate”. Rinaldo mi fissa con l’aria di chi pensa “guarda questa, in fondo lei lo sa che cosa succederà e nemmeno uno straccio di consiglio vero”.

Il mestiere di vivere al tempo della crisi finanziaria vuol dire fare i conti giorno per giorno con chi ti chiede come muoversi con i propri soldi. E tu proprio non lo sai, non è che non glielo vuoi dire. Il minimo di coscienza sta nel non lasciarsi sopraffare nemmeno una volta da quel piccolo povero diavolo tipo Benigni che ha una piccola tana in ognuno di noi. Perché la tentazione di non rispondere con il buon senso a uno, anche a uno solo, di quelli che ti chiedono che fare è veramente forte. Non è cattiveria, è che il piccolo diavolo Benigni adora fare scherzi. Ma il buon senso prevale e in questo aiuta poter filosofeggiare sul crollo dell’impero americano per implosione.

Metto i pezzi uno di fila all’altro: 1. alcune cose certamente non saranno più come prima, tasselli importanti e anche il mondo nel suo complesso; 2 l’America si dovrà ripensare; 3. l’Europa ha un suo peso in questo gioco, ma è tanti ognuno per la sua strada; 4. Cina e India non stanno a guardare; 5. che cosa sarà in termini di recessione vera davvero non lo sa nessuno.

La cosa che più fa pensare è il crollo dell’impero americano. E mi torna in mente “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Robert M. Pirsing, il viaggio nell’America profonda della psiche e del territorio, dove forse si annidavano già i prodromi dello stato delle cose per cui un vero impero implode. Grande bellissimo libro. Difficile fare il bis. E infatti “Lila: un’indagine sulla morale” che arriva vent’anni dopo non regge il confronto.

2 commenti:

Marco Esposito ha detto...

Beh, ne avessero tutti un po' di coscienza dalle tue parti, cara Ilde, non avremmo avuto Veneto banca che collocava polizze index linked Lehman a luglio. Anzi non avremmo avuto Lehman tra i titoli sicuri targati Abi fino a inizio settembre...

Ma che dire. Qui intanto su tuo consiglio ho letto Scuorno. Che non c'entra nulla con la crisi finanziaria ma forse un po' sì, visto che qualcuno si dovrebbe vergognare.

Francesco Durante in effetti sono io. Due bimbe. Le vacanze a giugno. In Peloponneso. E poi il libro comincia dicendo le cose che penso e si perde strada facendo. Proprio come accadrebbe a me se ne scrivessi uno per provare a spiegare (a spiegarmi) cosa sta accadendo. A New Polis e a New York.

Unknown ha detto...

bellissimo ed è tutto vero!
Una crisi come questa se l'aspettavano in pochi....nessun innocente e nessun colpevole!e la vergogna non c'entra nulla...era un meccanismo diventato "normale" anche per le agenzie di rating incapaci di discriminare seletivamente i "buoni e i cattivi". La lezione sarà utile a tanti!
Ora è tempo di ricostruire la fiducia delle persone nell'economia...insomma robetta:-(
L'america crolla e il suo sistema è fallito? Sinceramente credo che gli estremi siano sempre da evitare...forse è solo una buona occasione per regolamentare la finanza ancorandola con meccanismi più forti all'economia reale...ben venga!