giovedì 11 dicembre 2008

Domenica a Roma. Con un paio di corvée di lavoro.

"Gianfranco ho proprio bisogno di un passaggio. Puoi scendere e prendere la macchina? Sono stata più di mezz'ora giù ad aspettare la metro. Niente. Deve essere successo qualcosa. Un disastro. Dovrei essere tra 15 minuti all'Hotel Hassler. Ma come posso arrivarci?" Sono praticamente attaccata al citofono del palazzo e parlo troppo forte. Gianfranco è su a casa e spero sinceramente venga preso da pietà per questa povera donna che lo implora di darle un passaggio. Domenica a Roma. Un paio di impegni di lavoro. Tutti i problemi di sempre moltiplicati dal giorno di festa. La metro ha qualche problema. Trovare un taxi nemmeno a parlarne. E io tra poco devo essere all'Hassler per una colazione di lavoro.

Gianfranco scende con la piccola. In macchina verso il centro storico. Sembra si possa entrare ma a Piazza Barberini pensiamo non sia possibile arrivare con un'auto privata fin sopra Trinità dei Monti per raggiungere lo storico Hotel Hassler. Saluto in fretta e scappo. Corro sulla strada. Un paio di negozianti romani languidamente addossati al muro a prendere il sole mi consigliano di rallentare: "Dai che glia fai...t'aspetteno nun te preoccupa'..". Sto per entrare all'Hassler e sento dietro di me la voce di Gianfranco. Affacciato al finestrino della sua macchina mi dice: "Sono riuscito a trovare un modo per arrivare fin qui. Bene vedo che comunque anche tu ci sei". E' un mago nel raggiungere luoghi inaccessibili. Ed anche nel prendere multe inarrivabili. D'altra parte del suo tesoretto di 20 punti - patente ne ha ormai solo 2. La prossima volta che dovessero fermarci sono pronta a recitare una scena madre per evitare gli ritirino la patente ed io e la piccola si torni a casa a piedi.

L'Hassler è un posto polveroso. Ma la toilette vicino al bar vale l'impresa. Mosaico chiaro lucido, toni del marrone bruciato opaco e soprattutto il lavandino spendido. Un cristallo orizzontale, nient'altro. Apri il rubinetto e fai un saltino indietro certo che l'acqua ti bagnerà. Invece il cristallo ha la giusta pendenza e l'acqua non ti inonda ma si rifugia subito nelle retrovie. Per il resto nulla da segnalare. Marmi pesanti, poltrone anche peggiori, tappeti su tappeti. Però si mangia dignitosamente. Un posto dove può regnare sovrana la Maria Angiolillo e il suo manipolo.

Mentre sono all'Hassler Gianfranco e la piccola hanno deciso di rompere un tabu e sono da McDonald. Troverò a casa la sera i segni inequivocabili di questo passaggio. Un paio di pupazzetti, tutto pulito in cucina e il senso di colpa di Gianfranco di non esser riuscito a evitare l'hamburger.

Dopo la colazione all'Hassler devo andare ad una trasmissione nazional-popolare del pomeriggio della domenica. Dietro i riflettori le ballerine mezze nude scaldano i muscoli. Le anchorwoman usano sandali rossi con tacchi di 15 centimetri senza calze. Poi anche l'ultima corvée finisce. Mi rifugio a casa. Mi aspetta Enrico Grazzini "L'economia della conoscenza oltre il capitalismo". Pare che andiamo verso "una nuova cultura, nuove iniziative democratiche e un'economia produttiva fondata sulla collaborazione e la comunicazione".

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