Dal lato destro arriva una domanda: “Forse non c’entra molto con il progetto, ma mi spiegate bene il quadro complessivo?” Chi parla è una delle due bionde overcinquanta che lavorano in coppia. Lei fa le domande - sempre fuori tema, che cominciano tutte con: “non ho capito”, “forse non è questo il luogo per parlarne”, “è un’altra questione, ma vorrei mi diceste” – mentre l’altra non smette mai di prendere appunti masticando gomma. Guardo il collega a destra e gli sussurro: “Ma secondo te se non trovassero posto vicine riuscirebbero a far domande e prendere appunti?”
Riunioni
Ha chiesto la parola il giovane uomo seduto in fondo a sinistra. Ha un’aria sveglia che fa ben sperare. “È solo la seconda volta che partecipo a queste riunioni. Potete chiarirmi il quadro completo da cui dobbiamo partire?” Non era così sveglio e vuole un ‘ripassino’ su tutto quello che avrebbe dovuto sapere ben prima di entrare a far parte del gruppo di lavoro. Amelia non resiste: “Le assicuro che non ci sono stati altri incontri” – come dire non ti puoi essere perso qualcosa – “ma possiamo certo partire da un breve riepilogo complessivo”. Amelia comincia con il ‘ripassino’. Non perde la pazienza, ma si vede che è provata.
Amelia non lo sa, ma da un certo momento in poi intorno al tavolo io conto per due. Sono lì con la mia identità pubblica e con questa privata di blogger. Ho deciso di smetterla di soffrire. Osservo senza più la voglia di scappare e la certezza che devo resistere a tempo indefinito. Sono qui da osservatore politico neutrale. E mi godo l’incontro.
Amelia sa che per raggiungere l’obbiettivo deve lasciare che ogni componente tiri fuori i suoi animal spirit e che pensi di aver messo nel sacco gli altri. Ogni tanto chiede aiuto e sostegno a Piergiorgio, che si muove da navigato abitatore di questo mondo. Interviene la bella rappresentante dell’azienda, che non può prendere alcuna decisione perché non ha un mandato abbastanza ampio. E comunque anche se lo avesse avrebbe bisogno di un tempo infinito per farsi un’idea. Poi parla il simpatico capo dell’ associazione che dice tutto e il contrario di tutto. La palla passa alla giovane sottile con la voce profonda che parla a nome della grande istituzione. Poi Amelia riprende la parola e chiarisce un aspetto pratico importante.
“Non sono d’accordo con le ultime cose che hai detto”. L’individuo che è intervenuto è arrivato da poco. Indefinibile. Comincia una lunga perorazione in favore di un’interpretazione giuridica oscura e incomprensibile. Guardo il giovane collega a destra: “E questo chi è? Chi rappresenta?” “È Colcolli. Lo hanno licenziato da poco, ma si presenta sempre alle riunioni come vicepresidente di un’associazione”. Amelia è davvero provata e ogni tanto passa la parola a Piergiorgio per tentare di stoppare le elucubrazioni di Colcolli.
Purtroppo devo andare. Come osservatore politico neutrale sto fissando i caratteri per identificare antropologicamente i soggetti più interessanti. Nella mia posizione pubblica ho garantito il suo sostegno per un progetto innovativo, semplice e intelligente. Non so quante altre volte dovremo soffrire insieme per tentare di farlo andare in porto. Su Internet fioriscono modi per sottolineare il lato oscuro e inutile degli incontri.
Il problema è che spesso per fare delle cose devi mettere insieme più teste e posizioni. E non lo puoi fare senza metterli intorno ad un tavolo. Però certo una riunione, o meglio un progetto che non si può realizzare senza riunioni periodiche, tempra. A meno che non si decida di trovare il lato buono e si punti a diventare un antropologo del genere.