sabato 21 giugno 2008

‘Clementine’ di fine ‘800 a cena e filigranes a colazione

“Caccia ‘e clementine”. Mio padre è controluce, mentre il sole ancora alto entra nella stanza. Serata in famiglia a Bruxelles. Mio padre e mia madre sono arrivati da poche ore. Nove e mezza di sera ed è come se fossero le sette. Il giorno non finisce mai. Abbiamo appena finito di cenare e mio padre punta ad un dolcetto. “Si chiamavano ‘clementine’ a casa mia le cose buone offerte ad una festa”. Ed io: “Scusa ma di che anni parliamo: 1920, 1930?” “No, il modo di dire è nato molto prima. Fine ‘800. Mio padre era dell’’80. Quindi certamente prima del 1900. Nel palazzo viveva un monsignore, che veniva accudito da una sorella, Clementina. Il giorno del suo compleanno invitava tutti i vicini. C’era sempre un momento in cui erano presenti tutti gli invitati e il monsignore diceva: ‘Clementì, caccia i complimenti’. Il passaggio da complimenti a clementine è stato breve”.

A pranzo, invece, incontro Paul, che lavora alla Commissione. “Sai per me essere tornato qui a Bruxelles e lavorare in questo posto è un po’ come essere tornato a casa o a scuola. Era così quando ero bambino alla scuola europea. Lingue diverse, persone diverse, provenienze varie, ma uno stesso minimo denominatore comune. Poi sai era il posto dove lavorava mio padre. Tante cose ritornano. Certo non è più come negli anni ’70. Ma già allora si diceva che il meglio era essere stati parte di questa macchina negli anni ‘60”. Paul non sa se si fermerà o cercherà nuove avventure professionali.

Vuole farmi conoscere un luogo speciale. “Voglio portarti in posto dove vado sempre. E’ aperto tutti i giorni dell’anno, anche a Natale, e puoi dare un occhiata a tutto quello che vuoi comodamente seduto in poltrona”. Insomma andiamo da Filigranes. Potete dare uno sguardo anche voi (
http://www.filigranes.be/media/visite360/index.htm). Metri quadri e metri quadri di libri, ma anche poltrone, tavolini e un pianoforte. Il trattamento è super. Si può prendere quello che si vuole – un quotidiano o 10 libri – e stare tranquillamente seduti in poltrona a leggere. A metà strada tra una libreria, una biblioteca ed un caffè culturale. “Sai devi fare i conti con la pioggia – dice Paul - quando è brutto tempo non c’è nulla di meglio che rifugiarsi qui dentro”.

Intanto fuori il rumore dei claxon non smette. Dopo i pescatori della settimana scorsa, oggi la pacifica Bruxelles è bloccata da una nuova manifestazione contro il caro carburante. Questa volta sono gli autotrasportatori, i taxisti e chi più ne ha più ne metta. Il centro è circondato. Camion e auto portano avanti una dimostrazione pacifica ma rumorosa, procedendo a passo d’uomo sulla strada che segue il tracciato delle antiche mura.

Per la categoria i libri che decisi di non comprare e di non leggere – almeno per ora – inserisco “La sofferenza del Belgio” di Hugo Claus. Avevo pensato di portarlo qui con me, visto che è considerato un’occasione da non perdere (
http://www.ibs.it/code/9788807015526/claus-hugo/sofferenza-del-belgio.html). Stavo per comprarlo quando mi è capitata tra le mani una di quelle analisi per addetti ai lavori con lo stato delle cose in vari Paesi europei. Nel Belgio veniva fotografato un alto indice di felicità. Ho preferito lasciar perdere la sofferenza. Per il momento.

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