sabato 7 febbraio 2009

Alla periferia di una vita disonesta

“Vuoi una spremuta d’arancia? Ne sto facendo una per la piccola. Ne faccio una anche per te?” “No, grazie. Non sai quanta spremuta ho bevuto oggi. Proprio non mi va”. Gianfranco parte sempre da lontano. “Ho cominciato i sopralluoghi per questo film che mi piacerebbe fare. E sono tornato in questo posto incredibile. Una specie di bar – ristorante – taverna in un paese vicino Roma. La gestisce questo tipo che si è ritirato dalla vita attiva. Lui sta lì, fa il ristoratore, ma non ti dico la storia”. “Scusa ma che c’entra con la spremuta?” “Beh, continuava a offrirmi caffè che io rifiutavo. Allora ha deciso che almeno la spremuta dovevo accettarla. E ho cominciato a bere succo d’arancia parlando con lui”.

Conosco i miei polli e allora chiedo: “Scusa, in che pasticci si è messo? Terrorismo o cosa?” “Ma no – mi risponde Gianfranco – direi delinquenza comune. Mi ha detto di aver fatto parte della banda della Maglianella o qualcosa del genere”. “Ah, una cosa tranquilla” provo ad aggiungere.

“Ma la storia più incredibile è che si è tirato fuori per miracolo. E tutto solo per una piccola bambina”. “Raccontami come è andata”. E Gianfranco ricomincia: “Mi sembra di aver capito che lui frequentava ambienti, come dire, un po’ sui generis. Portava avanti dignitosamente la sua posizione di attivo frequentatore della periferia di una vita disonesta. Poi un giorno gli affidano questa piccolina, figlia di amici. Avrà avuto quattro anni. Il padre era finito in galera e la madre a disintossicarsi in uno di questi centri per tossicodipendenti. Insomma lui dice di essersi salvato per accudire la piccola. Mi ha detto: ‘Facevo la vita de na’ donnetta. Facevo spesa, cucinavo, la mannavo a scola, tutto senza famme nota’. E senza sape’ ne’ come, ne’ perché, mi so’ trovato a vive na’ vita normale’. La bambina è stata con lui 8 anni. Poi i padre è uscito dal carcere e l’ha presa con sé. Ma la piccola è stata la sua salvezza”. “E ora, quanti anni ha?” “Mi sembra 16 anni. Lui continua a considerarla un po’ sua figlia. E un po’ la sua fortuna”. C’è qualcosa che non mi torna della sua vita attuale. E allora chiedo: “E adesso com’è che si tiene fuori dai guai?” Gianfranco mi guarda tranquillo: “Deve esserselo chiesto anche lui, perché mi ha detto: ‘Qui me so’ portato mi madre…Se no sarebbe n’ orgia continua’. Deve essersi fatto la domanda e anche dato la risposta”.

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