domenica 11 aprile 2010

Napoli, Salita Stella

Pezzi di passato continuano ad andare nei messaggi tra me e mio padre. “A che numero è il palazzo della Salita Stella a Napoli? Mi è capitato sotto mano un libro – Napoli, Atlante della Città Storica, Vol. 5 - che fa il punto sui quartieri Stella, Vergini e Sanità. (http://www.librerianeapolis.it/pages/Schede/Napoli_Atlante_Citta_Storica_5.html) Il volume fa riferimento a Stella: Chiesa ed ex Monastero di S. Maria della Stella, Palazzo e Cappella Amoretti, Palazzo alla salita Stella 21, Palazzo alla salita Stella 32, Palazzo alla salita Stella 39”.

Napoli in bianco e nero

“Il numero è il 27 (Salita della Stella, Napoli: http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=Napoli+salita+stella+&sll=40.85589,14.251226&sspn=0.001895,0.003428&ie=UTF8&hq=&hnear=Salita+della+Stella,+Napoli,+Campania&ll=40.855435,14.251157&spn=0,359.999143&t=h&z=20&layer=c&cbll=40.855181,14.251504&panoid=2dZvKYSyrt_C9BZyK_qF4g&cbp=12,274.91,,0,-0.92 ). La cappella Amoretti era (o è) nei gradoni Stella, che sono in prosieguo della Salita Stella. Il 21 era il famoso Palazzo ‘a spuntatora’, cioè che aveva l'ingresso principale sulla Salita Stella e il secondario alle spalle, nel vico Stella. Vi abitava, fra tanti altri, un monsignore, vescovo titolare ‘in partibus infidelium’, che si diceva ‘si tenesse’ una tale signora, moglie di un professore di disegno che una volta mi fece un ritratto che forse sarà ancora da qualche parte. Nel 32, di proprietà del Pio Monte della Misericordia, oggi sottoposto a vincolo monumentale, abitavano i miei amici d'infanzia e giovinezza Ettore Albarella, e Turi e Gino Arcidiacono. Il padre di Ettore era cancelliere della Pretura, alla sezione "Tutele, Curatele e Folli". La Pretura era nell'ex convento di San Francesco fuori Porta Capuana, un tempo carcere giudiziario, dove era stato detenuto il mio bisnonno Francesco di Paola Ferrara (Nonno Ciccio), ex avvocato del Re Francesco II, arrestato perché sospettato di aver partecipato alla congiura del Barone Cosenza per reinsediare i Borboni. Il padre degli Arcidiacono era professore di ginnastica, centurione della Milizia, Marcia su Roma, Sciarpa Littoria ecc., ma sempre rimasto povero! Turi era con mio fratello Mario, alla Via Campana di Pozzuoli, quando furono investiti da un camion americano. Mario morì dopo tre giorni all'ospedale degl'Incurabili per frattura della base cranica, Turi, pur gravemente ferito, miracolosamente si salvò. Prima degli Arcidiacono, nella stessa casa ci aveva abitato Zio Momondo (figlio di Enrico Ferraro, celeberrima forchetta) con la moglie Giuseppina e i figli Enrico e Annamaria, madre di Paolo Ducci.


Napoli in bianco e nero

La nostra parrocchia era la SS. Annunziata a Fonseca, dove ho fatto Prima Comunione e Cresima sotto la guida di Padre Russo e con la preparazione della signora De Gregorio, che aveva sposato il figliastro di Zia Sara (figlia di Eugenio Ferraro). Zia Sara, infatti, aveva sposato il vedovo presidente De Gregorio, magistrato. Il figlio di questa coppia più giovane, bancario, era amico di Giuseppe Ciaramelli.

La mia scuola elementare era la ‘Vincenzo Russo’ (poeta, martire della Repubblica Partenopea), allogata nell'ex convento di Santa Margherita a Fonseca, confiscato con la Legge delle Guarentigie, dove insegnava Zia Anna di Donato.

Alla Salita Stella 39 abitava la famiglia De Marinis: il padre, spedizioniere doganale, era un discreto poeta dialettale (forse ho da qualche parte un suo libro di poesie napoletane), i figli erano compagni di calcio dei miei fratelli e di Enrico Ferraro. La loro casa aveva alle spalle un bel giardino che apriva sull'ariosa piazzetta Stella, di fronte alla splendida chiesa di Santa Maria della Stella tenuta dai frati minimi (quelli di San Francesco da Paola), che andò in buona parte distrutta in un incendio, credo nel '45: ricordo perfettamente l'evento e il cielo rosso prodotto dal riverbero delle fiamme. Questi monaci, guarda caso, amministreranno in seguito anche la nostra parrocchia di Santa Maria Antesaecula a Montedonzelli, dove Guido fece la Prima Comunione. Certamente mi verranno in mente altre cose”.

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