mercoledì 9 aprile 2008

Un pianetino di un milione di anni, lo Zecchino d'oro patrimonio dell'umanità e la necessità di farsi dare una mano dalla fata Mailinda


“Un pianetino di un milione di anni, poco più grande del pallone di Gianni”. La rima con il suo motivetto di fondo mi martella in testa da sabato. Marco ha regalato alla piccola un cofanetto con il meglio dello Zecchino d’oro. Tre cd con tutto quello che si può immaginare. Le canzoncine di quando io ero piccola, che sono ancora molto gettonate, e i nuovi successi. E così ci sono 44 gatti e Volevo un gatto nero. Mi sorella cantava sempre Il valzer del moscerino. Me la ricordo come fosse ora ripetere “ullala, ullala, ulla la la, questo è il valzer che fa la, la, la” Ma poi anche nuovi successi: La mia bidella Candida, Le tagliatelle di nonna Pina, Il Catarì Cammello e via cantando.

La piccola adora il cd verde e quello blu. E soprattutto le piace sentirli e risentirli per ore. Perché pare che a tutti i bambini piaccia rifare la stessa cosa fino a che i genitori non sono molto vicini ad una crisi di nervi. E così sabato non so quante volte li abbiamo sentiti in macchina spostandoci da Roma alla campagna. “Un pianetino di un milione di anni, poco più grande del pallone di Gianni” mi accompagna da allora. E’ un refrain che ogni tanto mi parte in testa.

Poi scopro sul Corriere della Sera – dico Corriere della Sera e non Corrierino dei Piccoli – che l’Unesco ha dichiarato lo Zecchino d’oro patrimonio dell’umanità. E’ il primo programma televisivo ad aver ricevuto questo riconoscimento. Anche se alcuni dicono che in genere le qualifiche dell’Unesco dipendono anche da chi e come è strutturata la domanda. In ogni caso, di là dalle questioni sul processo di determinazione del patrimonio dell’umanità, qualcosa di fondo ci deve essere se io ancora ricordo tutte quelle canzoncine. Insomma anche se effettivamente dipendesse da chi e da come pone la questione patrimonio dell’umanità, per lo Zecchino d’oro non si può non avere un occhio di riguardo.

Mi sembra che non ci sono altre grandi esperienze di questo genere. Forse una in Giappone, che però è copiata dalla nostra. E poi chi se la può dimenticare la buona, vecchia Mariele Ventre, che insegnava a cantare ai ragazzini quando io ero piccola. E mi ricordo quanto mi ha colpito la statua che le ha dedicato il suo paese natale, Marsico Nuovo in Lucania.

“Un pianetino di un milione di anni, poco più grande del pallone di Gianni” continua a martellare. Forse le canzoncine erano più carine. Se vado avanti così tra un po’ comincerò a rimpiangere i bei tempi andati. Invece i libri per bambini di adesso mi sembrano più belli. E anche più divertenti. Mi piace tanto la serie De Agostini con il libro Maghi, draghi e cavalieri, quello Storie di mostri, e ancora Fiabe da ridere, Fiabe innamorate, e soprattutto Fate, principi e principesse. In questo libro la protagonista assoluta è una fata cicciotella, Mailinda, che gira sempre con uno zainetto con tutto quanto può servire. Mailinda riesce sempre a risolvere le situazioni più complesse. Devo trovare il modo per convocarla, devo liberarmi di “Un pianetino di un milione di anni, poco più grande del pallone di Gianni”.

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