È il quadro delle Cinque Giornate di Milano. Ricevo intanto una
mail da mio padre che mi dice: “nel romanzo Ottocento di Salvator Gotta
(che però non ho letto) so che si parla di una ‘Brigata Rupprecht’ impegnata in
una battaglia contro gl'Italiani non so in quale guerra d'indipendenza”. Avrei
dovuto immaginarlo…
cronache da questo mondo - leggere la vita nella sua strabiliante eccentricità, unicità e meraviglia
sabato 15 marzo 2014
Ancora Risorgimento. Le Cinque Giornate a Milano e la Brigata Rupprecht
Su La Stampa trovo uno
splendido pezzo di Antonio Scurati su ‘Le Cinque
Giornate di Milano, l’epopea della barricata’, solo in parte disponibile sul
web liberamente. Contro ogni previsione l’esercito più agguerrito dell’epoca fu
piegato. Non c‘è traccia di Torresani, l’avo capo della polizia austriaca, ma è
un’ulteriore prova della capacità di stare con chi perde anche quando è proprio
difficile che accada. Cito testualmente Scurati. “Le possibilità di successo
dell’insurrezione erano talmente remote da rendere la vittoria degli insorti un
accadimento estraneo al corso degli eventi. Di lì a cinque giorni, però, quella
vittoria accadde”. E ancora: “La formidabile macchina da guerra eseguiva gli
ordini del Maresciallo Radetzky, un comandante leggendario, un anziano
patriarca intagliato nel mogano che nei suoi vigorosi ottant’anni d’età
ricapitolava la sapienza marziale di un’intera epoca”. E questi erano quelli
del barone Torresani. E chi c’era dall’altra parte? Scurati è netto: “a questa
forza d’occupazione preponderante, Milano poteva opporre una popolazione civile
disusa alle armi da quasi due generazioni, un’organizzazione a dir poco
fantasmatica e un armamento che, alla vigilia della rivolta, non arrivava a
trecento fucili efficienti”. Non basta. “In quei cinque giorni, una banda di liceali
e di vecchi reduci delle campagne napoleoniche, di aristocratici e di operai,
di socialisti atei e di devoti seminaristi, di uomini e donne, caricò e
travolse le legioni dell’impero. L’aquila bicipite degli Asburgo fu abbattuta a
sassate”.
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