L’Olanda è sempre stata di casa in famiglia. La madre della
bisnonna Rudolfine era olandese. E poi nei ricordi e nei racconti c’è sempre
uno spazio per Tante Baukje. È stata lei la fotografa di mio padre bambino secondo il racconto
di Evi. Aveva una grande auto, era una buona fotografa e mia madre ha sempre
detto che era molto materna. Scrivo a mio padre: “Dimmi di Annie Baukje. Quando sei stato da
lei? Che cosa faceva? Devo ricordarmi di chiedere a mamma che cosa vi regalò
per il matrimonio”.
Mio padre non si fa attendere. “Nella foto io sto con Zia Baukje e Anneke van Nispen, la sua amica
che, con il marito che si chiamava credo Jan, condivideva la villa di
Heemstede, dove fui ospite nel 1957, dopo che avevo passato qualche mese in
Germania lavorando nella fabbrica Gebhard Balluff di meccanica di precisione,
presso Stoccarda, dove avevo già fatto l'operaio nel '55.
Renato Ferraro di Silvi e Castiglione, Anneke van Nispen e Annie Baukje
Mi ero laureato nel marzo di quell'anno. Jan era un ex ufficiale
dell'Esercito olandese, ora lavorava in un ufficio governativo non so più di
che. Anneke era stata la capa suprema delle girl-scouts olandesi. Jan era un
uomo divertentissimo, con lui sono andato qualche volta a caccia. Stando là,
trovai lavoro in una casa produttrice di bulbi, che impacchettavo. La ditta si
chiamava Gebroeders van Zanten: eravamo tutti studenti (o ex, nel mio caso) che
lavoravano lì per l'estate”.
“Baukje – aggiunge mio padre - si chiamava
Baukje Haarmens. Baukje è un vezzeggiativo di Baudine (Baldovina). La Zia cui
lei faceva da dama di compagnia si chiamava Annie Wueste. Baukje aveva un
fratello maggiore, alla cui morte mi mandò i suoi vestiti che mi feci
aggiustare da un ‘sartulillo’ napoletano”. Baukje dalla foto è alta e prosperosa. Ha mani grandi ed un sorriso
schietto.
“E in questa immagine? Riesci a capire che cosa è scritto dietro?
Era l'Olanda degli anni 30. Le tragedie della guerra dovevano essere ancora
lontane”.
Annie Haarmens e Annie Baukje
“Nella foto ci sono a destra Baukje e Annie Wueste a sinistra,
che era non so come imparentata con i Rupprecht. Sul retro della cartolina c'è scritto: "Pentislaem
Bentveld (immagino sia la località da dove scrivevano), Estate 1931, Zia Annie
- Baukje", e al posto dell'indirizzo: "Con tanti auguri per un felice
anno nuovo 1932" (auguri alquanto prematuri se inviati nell'estate 1931!)”.
Dal libro di Evi mi sembra di capire che la Zia Annie, cui Bukje faceva da dama
di compagnia, fosse anche lei una Wueste”.
“Mi hai anche chiesto che regalo ci fece Zia Baukje al nostro
matrimonio: una discreta somma in contanti (né Mamma né tanto meno io -
figurati! - ci ricordiamo quanto, ma certo notevole) che lei disse che avrebbe
voluto lasciarmi in eredità. Ma poi aveva pensato che ci potesse far piacere
allora per impiantare la famiglia”. Insisto e chiedo a mia madre. Anche lei non
ricorda la cifra precisa, ma mi dice: “Con il suo regalo comprammo una lavatrice
e la cucina”.
Nessun commento:
Posta un commento